Una mattina in stile Barney Panofsky

Mi sono svegliato presto. Colazione con caffellatte e biscotti Rigoli, quelli del Mulino Bianco, edicola, tabaccaio e poi caffè al bar. La barista mi sorride. Interpreto il sorriso della barista come un auspicio di giornata fortunata.

Rientro a casa e inizia la gestione logistica – strategica delle questioni familiari. Decisioni da prendere, scelte da fare, tutte cose pratiche, economiche, dichiamo. Archiviata la parte familiare, inizio a lavorare, affronto e risolvo un po’ di problemi, tutte questioni che ormai riesco a gestire e risolvere anche mentre mi fumo un sigaro e ascolto la radio. Non perché siano problemi semplici, ma perché sono un professionista ben organizzato.

Fra una questione di lavoro e l’altra, mi metto a scrivere un po’ di messaggi su WhatsApp. Mi lancio in una serie di scambi di messaggi, anche sui social, con un po’ di gente che conosco, per provare, magari, a sciogliere qualche nodo, a impostare un po’ di cose. Comunicare ha sempre un costo, costa energie nervose. Bilancio della mia mattinata su WhatsApp e sui social: energie consumate: 100 – risultati ottenuti 0.

Pausa pranzo in casa con un bel po’ di gente, che io non ho capito come mai, ma casa mia è un porto di mare. Gente che viene, gente che va, chi si ferma a pranzo, chi a cena. Boh, è bello anche così.

Ecco, il pranzo. Il pranzo è un momento eccezionale per parlare. Per parlare delle cose vere che contano nella vita. E invece, argomento del giorno è come cuocere la pasta consumando meno gas. Una puttanata galattica di cui, in questi giorni, i media italiani si stanno occupando. Io mi taccio, non intervengo nella discussione. Col passare degli anni ho imparato a stare zitto. Vent’anni fa, a metà pranzo, mi sarei alzato in piedi e posto ai commensali la doverosa e pacata domanda: “Ma che cazzo state a di?”

Non l’ho fatto, sono stato in silenzio e, mentre mi gustavo l’ultimo bicchiere di un ottimo vino, per la precisione, Aulente Bianco San Patrignano, non so bene perché, mi è venuta in mente la scena in cui, ne La Versione di Barney, il mitico Barney Panofsky cerca di conquistare Miriam, l’unica donna che lui abbia veramente amata.

Barney: Guarda che io continuo a parlare perché ho paura che se ora smetto di parlare ci sarà una pausa, un silenzio, e tu dirai “Si è fatto tardi” o “Adesso devo andare”, e non sono pronto per quel momento. Non voglio vedere quel momento, mai.

[momento di silenzio]

Miriam: C’è appena stata, la pausa.
Barney: Già.
Miriam: Sono ancora qui

links utili

🔗 La Versione di Barney – sito Adelphi

🔗Cucinare la pasta a fuoco spento – sito Repubblica