La storia è questa. Giovedì 2 maggio vado al Filarete, il palazzetto dello Sport dove gioca l’Olimpia Legnaia, per andare a vedere Legnaia – Agliana. Chiaramente ci vado per vedere la partita e per scriverne, perchè, non so se ci avete fatto caso, ma su questo sito si scrive solo di partite che si sono viste dal vivo. Pare una cosa banale, ma invece se vi guardate un pò in giro, questa è un’usanza, diciamo così, non frequente.
Insomma, mi vedo la partita, di cui faccio anche un commento live, e, a un certo punto, a gara quasi archiviata, mi pare fosse il terzo quarto, ma non ci giurerei, dopo un canestro realizzato da Agliana, un giocatore di Legnaia, va a terra, mani sul volto. S’è preso una bella botta ed è crollato a terra. Ne approfitto per mettermi a spippolare sul telefonino e pubblicare così un commento sull’andamento della gara, che i miei 3 – 4 lettori che sono a casa sul divano, accanto alla moglie, a vedersi Raffaella Carrà, fremono dal conoscere il mio parere su questa partita.
Ecco, mentre io sono li, in tribuna che spippolo il cellulare, sento un boato, alzo la testa e mi vedo, dall’altra parte del campo, un giocatore di Agliana a terra e quello di Legnaia che aveva preso la botta 20 secondi prima, lo vedo che si dirige verso gli spogliatoi, tenendosi sempre una mano sul viso.
Pur non sapendo nei dettagli cosa fosse successo, la situazione mi era già chiara. Ma, mentre il giocatore gialloblu (di Legnaia) lo riconosco subito, io chi sia il giocatore neroverde (di Agliana) coinvolto nella diatriba lo ignoro. Di più: non mi pongo neanche il problema, Di più: tanto so che quelli dell’Olimpia stanno riprendendo il video della partita, penso che la scena me la rivedrò poi con calma.
Partita finita, vince Agliana con merito, vado a casa, sigaro, bicchiere di Jack Daniel’s (o un altro whiskey, ma sempre un bourbon comunque) e inizio a scrivere l’articolo. Scrivo, correggo, pubblico e via a letto che s’era fatto l’una di notte. Io di regola vado a letto alle dieci, subito dopo le galline. Insomma, anche Legnaia – Agliana è smarcata, come dicono a Bologna, cioè è una partica finita. Buonanotte a tutti.
La mattina dopo, venerdì 3 maggio, lavoro. Si perchè c’ho un lavoro serio, sono web content manager, non sto a spiegarvi di cosa si tratta, ma insomma lavoro. E durante una pausa, mi accendo il solito sigaro e mando un messaggio a una delle mie fonti riservate e segrete. chiedendo cosa fosse successo con precisione. Lo scrivo per un motivo semplice: dalle immagini che avevo visto io non si capiva nè chi nè come lo avesse colpito, nè precisamente cosa fosse successo dopo. La mia fonte riservata e segreta mi manda un video da cui si capisce perfettamente come sono andati i fatti: il giocatore neroverde tira una gomitata a quello dell’Olimpia che, una volta rialzatosi, va a chiedere spiegazioni.
Questi i fatti, raccontati in modo più pacifico, amorevole, neutrale ed elegante possibile. Senza giudicare, senza emettere sentenze. C’è un proverbio indiano che dice: “Non giudicare mai un uomo se prima non hai camminato sette lune nei suoi mocassini”. Ora siccome, io i mocassini li ho sempre odiati fin da bambino, che mia mamma mi costringeva a metterli. io non giudico mai niente e nessuno. Ho giocato (male) a basket, so che le botte si prendono e si danno (io in genere le prendevo), poi uno reagisce e subito dopo si pente. Alla fine suona la sirena e amici come prima. O ci si sta antipatici come prima, dipende dalle situazioni.
Ecco insomma, anche dopo aver visto questo video chiarificatore, per me la questione era finita lì, anzi non era mai iniziata.
Sabato 4 maggio rilavoro. Pure il sabato. In Italia bisogna che qualcuno lavori per ripagare i miliardi di miliardi di debito pubblico che abbiamo. E’ toccato a me. Insomma sabato lavoro, e intanto mi leggo che il giocatore dell’Olimpia s’è beccato due giornate di squalifica. Quello di Agliana se l’è cavata, ma la vita è così. Altra pausa, altro sigaro e altro messaggio ad un’altra mia fonte riservata e segreta per farmi chiarire la questione della squalifica. Mi viene spiegato che la squalifica deve essere scontata in campionato e che le prove video non sono ammesse per eventuali ricorsi. La mia fonte riservata e segreta per la verità usa il condizionale. Comunque, niente. La squalifica c’è e resta. La pratica Legnaia – Agliana va definitivamente in archivio.
Va in archivio perchè, di pubblicare il video della gomitata sul mio sito, e poi farlo rimbalzare sui social e poi alimentare una marea di polemiche, non me ne importa niente. Non mi interessa fare queste cose per avere più visitatori, più contatti, più followers, più mi piace su facebook. Sono cose che non mi interessano, lo stile e il modello di business di questo sito sono altri.
Sempre sabato 4 maggio, ma il pomeriggio, mi scrive, tramite social, uno dei miei lettori. Non di quei 3 o 4 che il giovedì sera erano restati a casa, ma uno di quegli altri 3 o 4 che erano presenti al Filarete. Si, io avro’ 7-8 lettori al massimo. Lo so che le statistiche di Google Analystis dicono cose diverse e a volte mi fanno vedere picchi di visite con tanti numeroni, ma so anche che sono dati falsi, che Google Analytics mi fa vedere per farmi contento.
Insomma questo messaggio di questo mio lettore ha un tono gentile, mi dà anche del lei (ragazzi datemi del tu sennò mi sento vecchio) e in pratica mi rimprovera – giustamente – di non aver dato spazio alla situazione che si era creata con quello scontro alla fine del terzo quarto e – sempre giustamente – mi fa notare che avendo io sorvolato su questo importante episodio, da un punto di vista giornalistico, il racconto della gara ne risultava impoverito. Terza notazione – anche quella giusta – spiegare per bene come si sono volti i fatti, vale a dire con il giocatore di Legnaia parte lesa in quanto s’è preso per primo la botta, che, diciamo quello di Agliana non ha fatto nulla per evitare, mettiamola così, avrebbe consentito di poter migliorare tutto il meccanismo delle squalifiche, insomma avrebbe portato correzioni al sistema.
In ordine. Osservatorio Basket non è una testata giornalistica, è semplicemente un quaderno di appunti sul basket, prevalentemente toscano. Non è mia intenzione nè essere preciso, nè puntale, nè tanto meno completo. Io vedo delle cose al volo, ho ogni tanto delle intuizioni, prendo delle note al volo e le pubblico così come vengono, a volte anche con degli errori di ortografia. I mie non sono articoli di giornale, sono fotografie mosse, sfuocate, parziali, di quello che io vedo (tanto) e capisco (poco) attorno al basket toscano. In pratica, Osservatorio Basket, non è l’ufficio dove si regolano le pratiche del basket toscano, ma è, o vorrei che fosse, la birreria dove si va a bere dopo un allenamento, una partita, una stagione.
Poi c’è un’altra questione, che nessuno sa e che vi rivelo ora in anteprima. Dopo aver scritto il pezzo su Legnaia – Agliana, mi sono reso conto che per quanto riguarda la stagione 2018/2019, di articoli sulla Serie C Gold Toscana, quasi tutti sull’Olimpia Legnaia, ne avevo scritti ben 56 – cinquantasei. E quindi? E quindi, il mio progetto di scrivere un libro su una stagione dell’Olimpia Legnaia era praticamente pronto. Ci devo lavorare un pò come editing (mettere insieme i pezzi e correggere gli errori più grossi) e trovare il modo come pubblicarlo e poi il libro è pronto. Per la gioia dei miei 7-8 lettori.
L’ultimo capitolo sarebbe stato proprio quello su Legnaia – Agliana ed era bellissimo come capitolo finale. Ora invece, per rispondere a questo mio lettore (che ringrazio di avermi scritto e mosso le sue critiche)’ l’ultimo diventa quello che state leggendo. Anzi, facciamo cos’, voglio chiudere in bellezza, l’ultimo capitolo lo scrivo nelle prossime settimane, intanto comincio a darmi da fare per trovare il modo di pubblicare il libro.
Poi, se ce la faccio, fra qualche mese il libro lo pubblico e invito tutti i miei lettori in birreria per festeggiare. Prenoto un tavolo da 10 così si sta belli larghi.