Prendo spunto da un fatto di cronaca degli ultimi giorni: la chiusura delle pagine Facebook e Instagram di CasaPound e Forza Nuova, due organizzazioni dell’estrema destra italiana. Ne parla Repubblica in questo articolo del 9 settembre.
La storia è questa. Un bel giorno Facebook chiude tutti gli account di queste organizzazioni e la stassa cosa fa Instagram, altro social network, sempre di proprietà di Facebook. Su questa vicenda sono state scritte paginate di commenti, soprattutto da giornalisti che si occupano di politica.
La questione secondo me non è però politica, non è un problema di politica, ma di comunicazione, o meglio, di strategia della comunicazione. Mi spiego meglio. Facebook è una società privata. Sul suo sito giustamente Facebook pubblica o fa pubblicare quello che vuole Facebook. Il sito è loro e se lo gestiscono come gli pare a loro.
i social network sono di proprietà di società private che giustamente gestiscono questi social network come pare a loro.
Io di lavoro faccio il consulente per comunicazione online e so bene che i social network sono di proprietà di società private che giustamente gestiscono questi social network come pare a loro. Io questo concetto lo espressi già anni fa, nel mio ruolo di consulente per una società di gaming online. Non fui ascoltato.
Le aziende di gaming online anni fa puntarono molto sui social network, soprattutto Facebook, tralasciando di arricchire di contenuti i loro siti. Bene, a un certo punto, dopo che io avevo sconsigliato questo tipo di manovra, un bel giorno Facebook chiuse tutti i profili e le pagine dei siti di gaming online.
Perchè Facebook fece questa operazione? Che poi se andate bene a vedere è la stessa operazione che Facebook ha fatto pochi giorni fa con Forza Nuova e CasaPound. La risposta è semplice ed è sempre la stessa: il sito Facebook è di proprietà di Facebook, che giustamente in quanto azienda privata, il proprio sito se lo gestisce come le pare. Punto.
Perchè parlo di questo argomento su Osservatorio Basket che è un sito che tratta di basket toscano? Ne parlo perchè la stragrande maggioranza delle società toscane di basket sta facendo lo stesso errore fatto da CasaPound e lo stesso errore fatto dai siti di gaming online. L’errore è puntare prevalentemente, per la propria comunicazione, sui social network, mettendo in secondo piano il proprio sito internet.
la stragrande maggioranza delle società toscane di basket sta facendo lo stesso errore fatto da CasaPound
Il sito internet di una società di basket deve essere il perno, il centro, il sole della propria comunicazione. Tutto il resto, vale a dire social network, giornali, radio e televisioni locali devono essere secondari. Importanti ma secondari e, soprattutto, devono essere funzionali al sito internet, l’unico mezzo di comunicazione di cui una scoietà di basket sia proprietaria. Il sito ufficiale della società è il sole attorno cui devono girare tutti i pianeti: vale a dire social network, giornali, radio e tv.
L’errore è puntare prevalentemente, per la propria comunicazione, sui social network, mettendo in secondo piano il proprio sito internet
Il sito di proprietà di una società di basket deve essere al centro della galassia comunicativa della società stessa e dei suoi sponsor. Invece la stragande maggioranze delle società di basket in Toscana fanno l’esatto opposto: puntano sui social lasciando il proprio sito in secondo piano. E’ un errore che, con il passare degli anni, pagheranno in termini di sponsorizazzioni. Sponsorizzazioni che saranno perdute a favore di chi, invece, avrà adottato la strategia giusta. Che non è giusta perchè lo dico io, che conto zero, ma perchè lo dicono i fatti.
Il sito di proprietà di una società di basket deve essere al centro della galassia comunicativa della società stessa e dei suoi sponsor
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